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Excerpt from/extracto de Destroy
by/por Isabella Santacroce

Anger is an energy


DESTROY N. 20

        Riesco a rubare diversi cd alla Tower e stronzeggio disinvolta ascoltando annoiata il singolo dei Rancid. Fumo anche qualche Gauloise sviando la sorveglianza serrata e la negra monolitìca in divisa collegiale rigida come un secondino da telefilm australiano. Mi muovo gitana inserendo particelle di noia riciclata tra te fessure della mia voglia. Contemplo la reticenza del mio stomaco magro e incazzato per le scarse dosi di conimestibitità conosciute nelle ultime ore. Ascolto il vibrare emotivo della mia contaminata coscienza. Riverberi educativi strillano codici comportamentali masticati in terre italiane. Da non farsi. Troppo doloroso per anime vergini. La purezza mi appartiene, di questo ne sono cosciente e si alimenta regolarmente di rimorsi e sensi di colpa così cattolici da morirci. Mille Ave Maria e mille Padre Nostro che sei nei cieli per espiare peccati ribelli e poter così accedere alle calde acque di paradisi incestuosi.

DESTROY N. 21


       Autentico fottere per fottere per fottere. Mi adoro quando canto Anarchy in the U.K. strafottendomene di quello che ho dentro. Strafottermene e fottere divinamente. Può piacerti?

DESTROY N. 22

       In strada conosco una diciottenne in Buffalo alla caviglia e doppia para flessibile. Ci parlo un po' finendo per camminarci chilometri insieme. Il suo ragazzo è morto cinque mesi fa in un incidente stradale, e quando si è schiantato stavano chiacchierando al telefono. I suoi denti sono bianchi. Il suo alito sa di liquerizia.
       "Maledetto cellulare." Tossisce e compra una vocale. "Mi stava raccontando una barzelletta comicissima su certi dieci piccoli indiani che svaligiavano un McDonald's vestiti da pinguini." Sputa a terra e compra una consonante. "Io ero comoda nella mia camera, bella stesa sul letto completamente nuda con il ventilatore addosso e ascoltavo e ridevo, e Dennis delirava e diceva ‘sto viaggiando come un aereo’ e poi riprendeva con i dieci piccoli indiani che sodomizzavano un cheeseburger al bacon e a un certo punto cazzo sento una stronza frenata e... dio cristo!" Si agita schizzata e punta cattiva il coltello alla gola di una vecchietta distratta che le si sbatte contro. "Nonna conclamata stammi lontana! Stammi lontana!" Digrigna i denti, sbava troppo? timette il coltello in tasca.
       Le regalo due cd sperando di sedare la sua rabbia.
       "Non ho autocontrollo, non ce n’è traccia in me." Entra veloce da Prêt-à-Manger e afferra due sandwich senza pagare. "Alle 14.30 c'è talmente tanto casino che puoi divorare Priêt-à-Manger e defilare come niente fosse."

DESTROY N. 23

       Balliamo dall'alto di una panchina.
       "Mi chiamo Arlette." Si copre la testa con il cappuccio della felpa, accarezza leggera il mio cranio rasato. Sorride.
       "Mi chiamo Misty." Mi tocco disinvolta e sputo animate affettato addosso alla gente camminante.
       "Che ne dici di vederci verso le 22 all'Old Compton?"
       "Tutti froci all'Old Compton."
       "Certo, tutti froci. Sei razzista?'2
       "Nella metro pubblicizzano diversi cervelli e quello razzista ha dimensioni ridicole," rispondo. Ridicole. È bello conoscerti, Arlette. Quando occhi sconosciuti mi guardano sento il bisogno di parole.
       "Dormo sempre con il ventilatore acceso." I
       "Perché, Arlette?"
       "Mi sembra di essere in strada così, sdraiata sopra qualche marciapiede pieno d'aria."
       "Ho un amico che ci vive e ci dorme e ci mangia in strada, e certe volte rimango intere giornate con lui."
       "Fantastico."
       Sì, fantastico conoscerti Arlette, tenere la mia mano nella tua, continuare a parlare mentre il cielo inizia a piangere bagnando le nostre voci.
       "Mi piace il tuo cappotto." Annusa la stoffa del Vivienne di Mary, ci si strofina contro come un bimbo infreddolito.

ORANGE ROAD DESTROY

       Sono un Orange Road, comprami e ti farò felice. So che ne hai una voglia da vomito, e allora comprami e usami subito sopra i sedili della tua liniousine. Può sembrarti eccessivamente artificiale o eccessivamente facile, ma il sintetico regala miracoli e un Orange Road come me sa essere il più bastardo degli amanti. Comprami stronza puttana solitaria e bagnami.

 

© Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano 1996

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Published by the Barcelona Review with permission from
Giangiacomo Feltrinelli Editore.

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